La FLC ha per tempo formulato al nuovo Governo di centro-sinistra una serie di proposte, elaborate attraverso una Conferenza di Programma da migliaia di persone operanti nella Scuola, nellâUniversità e nella Ricerca e più in generale nei settori della conoscenza.
Nonostante la consapevolezza delle difficoltà che si incontreranno per introdurre profondi ed urgenti cambiamenti nel nostro Paese, riaffermiamo lâesigenza di scelte che realizzino il principio della conoscenza âbene comuneâ come fattore di uguaglianza e di sviluppo sostenibile, attraverso interventi di ridefinizione normativa in quei settori che sono stati oggettivamente stravolti dalle controriforme dellâex ministro Moratti.
Basti pensare che i settori del sapere e della conoscenza, pubblici e privati, sono quelli più toccati dallo straripante fenomeno del precariato strutturale e che i contratti di lavoro hanno un ritardo variabile fra i 3 ed i 4 anni (anzi nel caso degli EPR e dellâENEA oltre la scadenza naturale).
Per avviare, quindi, una politica di discontinuità con il precedente Governo occorre una vera svolta strategica: un piano straordinario e a breve termine di reclutamento a partire dagli attuali precari, la scelta di finanziare prioritariamente il sistema pubblico di formazione, istruzione e ricerca (spese per funzionamento, investimenti e personale) per garantirne lâautonomia e la corretta attuazione dei programmi.
NellâENEA, principale tecnostruttura della ricerca pubblica italiana, queste esigenze sembrano essere amplificate da una situazione di sostanziale âimpasseâ: lâEnte è tuttora commissariato (e tranne una breve parentesi fra il 2004 ed il 2005 lo è dallâottobre del 2001), la riforma voluta dal DLgs. 257/2003 (peraltro da noi osteggiato) non è comunque ancora decollata ed il Contratto di Lavoro 2002-2005 non è stato a tuttâoggi rinnovato (anche se vi sono concrete schiarite).
In questa situazione ci sembra quanto meno strano che il Regolamento di funzionamento e di organizzazione dellâENEA, previsto dallâart. 20 del DLgs. 257/03 sia stato definitivamente approvato ed emanato dallâex ministro Scajola il 31 marzo 2006 e registrato alla Corte dei Conti appena 4 giorni dopo, praticamente allâimmediata vigilia delle elezioni politiche del 10 e 11 aprile.
Auspichiamo che il confronto sulla riorganizzazione dellâEnte, avviato con la comunità scientifica interna ed esterna, prosegua senza scossoni e che non prevalgano le solite logiche di potere delle vecchie e nuove cordate: temiamo infatti una sorta di âavvelenamento dei pozziâ da parte di chi, dovendo battere in ritirata, medita blitz di fine stagione.
Per noi la volontà reale di cambiamento passa attraverso unâattenta e non frettolosa selezione delle responsabilità e delle nomine dei dirigenti, insomma un processo che avvenga in modo equilibrato, partecipato e soprattutto coerente con lâorganizzazione del lavoro e con lâattuazione delle scelte programmatiche.
Roma, 5 maggio 2006