Alla X Commissione Senato (Industria, Commercio e Turismo), è in discussione lâatto 691 âDelega al Governo per completare la liberalizzazione dei settori dellâenergia elettrica e del gas naturale e per il rilancio del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili, in attuazione delle direttive comunitarie 2003/54/CE, 2003/55/CE e 2004/67/CEâ, che prevede - nella sua formulazione originaria - anche la delega al riordino âdei soggetti pubblici che operano in tema di efficienza energetica e sviluppo di fonti rinnovabiliâ (ex art. 2. c.1).
Nella sua formulazione iniziale il DDL 691- attraverso lâaffermazione della necessità di innovazione di sistema - esprime la possibilità di legare insieme la sicurezza degli approvvigionamenti, la molteplicità delle opzioni tecnologiche, la sostenibilità ambientale e lâattenzione alle diversità territoriali. Il riferimento del c.1 art. 2, in questa ottica, ci sembra confermare la volontà di potenziare le capacità di Ricerca & Sviluppo del paese anche attraverso il riassetto delle competenze pubbliche (società e enti tra i quali in primis lâENEA).
Questo approccio risulta coerente con lâaffermazione del principio secondo il quale la politica nel settore energetico- ambientale non può essere separata e disgiunta da azioni coerenti nel campo della ricerca e dellâinnovazione. Infatti, come é ormai prassi consolidata a livello internazionale e comunitario, le politiche energetico-ambientale si valutano in relazione al tasso di innovazione che riescono a veicolare, facilitare e promuovere nella struttura del sistema economico e produttivo di riferimento, processo cui non possono essere estranee le risorse umane e finanziarie che si destinano alla ricerca di settore.
Con lâemedamento 2.0.3 - presentato da alcuni senatori - si prevede lâistituzione, allâinterno dellâENEA, di una âAgenzia per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e dellâefficienza energeticaâ che descrive nel dettaglio organizzazione, organici e funzioni.
La FLC Cgil dissente da tale proposta per i seguenti ordini di motivi.
- Lâagenzia - che si immagina di dover creare con lâemendamento proposto - si sovrapporrebbe, a nostro giudizio in modo indebito, alle prerogative che il DDL, il dibattito politico recente e le linee tracciate nel documento Industria 2015, attribuiscono al livello locale, cui compete lâonere di implementare gli indirizzi di politica nazionale ed europea di settore.
- Lâarticolato - prevedendo lâassegnazione in via esclusiva allâAgenzia di non meno di 300 dipendenti Enea - di fatto crea il rischio di una cesura nellâente tra attività di servizio e quelle di ricerca e sviluppo.
- LâENEA, ente di ricerca a prevalente vocazione energetico-ambientale - per il quale non si vuole escludere affatto il ruolo di strumento di attuazione delle politiche di settore â deve poter svolgere questa funzione in pieno raccordo con gli indirizzi politici, in funzione di garante degli stessi, contro eventuali localismi, e in piena coerenza con le deliberazioni europee e nazionali, legittimata in ciò dalle competenze scientifiche che è riuscita e riuscirà a fornire al sistema paese.
Con la formulazione proposta dallâemendamento, lâENEA, in queste funzioni, si vedrebbe ingabbiato in strutture rigide senza nessuna possibilità di osmosi tra personale prevalentemente dedicato alla ricerca e quello prioritariamente dedicato alle altre funzioni.
Al proposito possiamo citare la convenzione tra AEEG ed ENEA per la certificazione di risparmi energetici negli usi finali, che lâEnte sta onorando con competenza, per la quale ha individuato un responsabile che si avvale dellâoperato di un certo numero di dipendenti. Se per ogni operazione di servizio alle istituzioni si dovesse prevedere una struttura rigida e separata nellâEnte, in breve lâEnea esaurirebbe la disponibilità delle sue risorse umane trasformandosi in un â menù a la carteâ.
Dal punto di vista del metodo, vogliamo sottolineare infine, che la definizione puntuale della struttura di agenzia, dalla direzione al numero degli addetti, contraddice lâopportunità di lasciare agli enti di ricerca il compito di realizzare le missioni loro assegnate secondo i criteri più idonei e le modalità più efficienti, consegnando alla valutazione del loro operato il giudizio di merito e di metodo.
Al proposito richiamiamo lâaccordo raggiunto in Aprile in Commissione 7 della Camera su una nuova formulazione del testo del DDL per il riordino della Ricerca Pubblica, che rende l'impianto della legge più coerente con l'obiettivo generale di deregulation e di autonomia statutaria degli Enti.
Per lâENEA rivendichiamo lo stesso trattamento riservato ad altri soggetti con diversa missione. Anzi, consideriamo le previsioni dei due DDL lo strumento principe per superare in via definitiva lâattuale regolamento di Ente che abbiamo sempre criticato.
Queste le ragioni di merito per le quali riteniamo non condivisibile lâemendamento proposto e riteniamo necessario rimandare alla delega il compito di ridefinire per lâENEA, i servizi che dovrà fornire al paese.
La FLC Cgil, per il rilievo che comunque è sotteso allâintero DDL ed agli emendamenti, è impegnata ad aprire un confronto nel quale non solo rappresentare i propri orientamenti, ma, coinvolgendo la comunità scientifica, far crescere una posizione condivisa sullâintera questione.
Roma, 27 aprile 2007