
Mattino di PAdova-La Moratti cancella la classe Studenti non vi invidio
di Gabriella Imperatori La Moratti cancella la classe Studenti non vi invidio Secondo la riform...


di Gabriella Imperatori
La Moratti cancella la classe Studenti non vi invidio
Secondo la riforma Moratti, a quanto pare, la tradizionale classe scolastica dove si cresce insieme, in cui si condividono orari, attività, compagni e insegnanti verrà ridotta, già alle elementari, a sole 18 ore. Il resto del tempo sarà dedicato a percorsi didattici con piani individuali, sballottando i ragazzini qua e là a seconda delle scelte. Che potranno anche istituzionalizzare, cosa abbastanza grave, le differenze sociali. Ma che soprattutto ostacoleranno il formarsi di quelle "squadre" dove nascono le prime, indimenticabili amicizie e i primi, indimenticabili rancori. Poi ci si rivede solo allo scoccare delle ricorrenze: vent'anni dopo la fine dell'obbligo, trenta o quaranta dopo la maturità... E in tali occasioni, chi non ha mai provato la sbuffante noia che ti coglie quando arriva, da qualche benintenzionato, la proposta della rimpatriata di rito? Che idea, pensi subito: non ci si vede da una vita, ognuno ha imboccato una strada diversa, cos'avremo mai da dirci dopo aver confrontato le rispettive carriere, i rispettivi coniugi e figli; o, in alternativa, le godurie di una vita da single allietata da viaggi in Malesia o in Madagascar, da eccitanti relazioni, da serate estive non funestate da una soporifera tivù? Eppure non hai il coraggio di rifiutare. Anzi qualcosa alla fine ti spinge verso questo un po' bieco o frustrante confronto: qualcosa che somiglia a una macchina del tempo capace di riportarti, per un giorno, ai 15 o 18 anni, a quella cotta non ricambiata che ti faceva palpitare ogni volta che entravi in classe, tu adolescente brufoloso e più timido di Charlie Brown, mentre la ragazzina dai capelli rossi di turno civettava impunemente col più alto, prestante, disinvolto del "gruppo". Adesso magari scoprirai che quello lì è diventato calvo e panciuto, mentre tu che lo avevi tanto invidiato sei un quarantenne niente male, e la ex ragazzina boriosetta, già pluridivorziata e con l'omega malinconico attorno alle labbra, ti guarderà stupita, e pentita, di non averti degnato all'epoca di un filo di attenzione. Poi naturalmente si sprecheranno i "ti ricordi?", uno tira l'altro come le ciliege: del prof di latino che ti appioppava un 5 se avevi studiato sul Marchesi e ti premiava con un 8 se ti eri preparato sul Bignami; del supplente di storia e filosofia che si era innamorato della più carina e le faceva i temi per casa di italiano, prendendo regolarmente 3; o del libro di chimica su cui versavi mezzo litro di vino nero a dimostrazione che non avevi potuto, materialmente, studiare gli ultimi 5 paragrafi. Alla fine si farà (specie se gli anni passati sono parecchie decine) anche la conta dei caduti. E magari qualcuno metterà in atto vendette postume, intascando un portafoglio altrui come nel film di Verdone "Compagni di scuola", o facendo sparire una Nikon come è successo durante una rimpatriata coi miei, di compagni di scuola. Però ci sarà sempre un'altra Nikon ad immortalare il gruppetto passatello con una foto che andrà a far compagnia, in un album ben nascosto, a quelle delle elementari, col sorriso sdentato e il fiocco rosso o azzurro sul grembiulino. Quelle degli anni in cui s'è formato lo spirito di corpo nello stare sempre insieme, nell'imparare a convivere anche col prepotente, con la scassamarroni, col dispettoso, con l'insopportabile spione. Scambiandosi però le prime emozionate confidenze, copiando o facendo copiare i compiti. Sentendosi il leader o magari lo sfigato. Ma creando anche, tutti insieme, quel senso di appartenenza che è il primo, e in un certo senso più importante, della vita sociale.
Si chiamava classe. Adesso sparisce. Giovani studenti, non vi invidio.