
Didattica a distanza, l'angoscia del preside: "Un'altra rivoluzione in 24 ore"
Parla Mario Rusconi, dirigente scolastico a Roma e presidente dell'Anp Lazio: "Dobbiamo saltare tutti i passaggi interni e inventarci in fretta e furia un nuovo orario. Con i docenti che insegnano in istituti diversi, contemporaneamente alle medie e alle superiori"


Corrado Zunino
"Dobbiamo fare un'altra rivoluzione in ventiquatt'ore". Mario Rusconi, preside della paritaria Pio XI di Roma, conosce i problemi della scuola che dirige dopo essere andato in pensione e conosce, da presidente dell'Associazione nazionale presidi per il Lazio, le scuole del territorio.
Dirigente, che cosa dovrà fare. da adesso a questa sera alle venti, per far ripartire le lezioni secondo la nuova indicazione: il 75 per cento a distanza?
"Saltare i passaggi previsti e organizzare, in fretta, un orario decente, che tenga conto di necessità e obblighi di uno studente da casa e del fatto che la giornata di un docente è davvero complessa".
Partiamo dai passaggi che salterà?
"In condizioni normali dovrei convocare un Consiglio di istituto e individuare i criteri per scegliere il nuovo orario, quindi allestire un Collegio docenti e chiedere il parere sula soluzione trovata. Non c'è tempo, però. Entro questo pomeriggio dovremo comunicare alle famiglie ore e discipline collegate. Devo procedere da solo, aiutato solo da alcuni collaboratori".
Domenica in tarda mattina il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri è stato approvato, nel pomeriggio è arrivata la nota del ministero dell'Istruzione.
"Pe organizzarci avevamo bisogno di tre giorni. Così è una corsa, rischiamo di lasciare fuori controllo troppe cose. Un'altra corsa, dopo l'estate passata a misurare le distanze da bocca a bocca, l'autunno a contare i contagiati. D'altro canto, ho capito che il Paese deve togliere gli studenti dai mezzi pubblici, in fretta e furia".
Lei, per rispettare il "Decreto almeno 75%", adotterà una modalità inedita: studenti quattro giorni a casa e uno a scuola. Non è complicata?
"Partiamo da quello che dice il decreto. Da domani ogni istituto superiore dovrà fare il 75 per cento delle attività a distanza. Non si parla di lezioni, ma genericamente di attività. Una prima superiore, da noi, classico o scientifico che sia, fa 30 ore la settimana. Se dividi per quattro, sono 7 ore e 30 minuti in classe, il resto a casa. Mi rendo conto che non potremo chiedere agli studenti sette ore e mezza di fila. Per questo sono convinto che la maggior parte delle scuole lascerà in Didattica a distanza l'80, 85 per cento dell'orario. Diversi presidi, semplicemente, manderanno tutti a distanza semplificandosi la vita".
Ci sono scuole, nel Paese, con duemila, anche tremila studenti.
E istituti, come l'Antonio Magarotto di Roma, dove devi gestire insieme scuole dell'infanzia, elementari, medie e superiori".
Con docenti che insegnano un po' alle superiori di primo grado, rimaste in presenza, e un po' alle superiori di secondo, ora in remoto.
"Non solo. Un insegnante può prendere fino a tre istituti, e per raggiungerli si muove in autobus. I precedenti orari di scuola erano pensati anche per consentire questi spostamenti. Adesso, un docente che deve passare dalla lezione in presenza a quella in remoto, se ha tempo va alla fermata del bus e raggiunge casa. Se ha i due appuntamenti uno dietro l'altro, deve trovare una sala professori attrezzata e libera, una stanza per l'informatica e avviare la connessione. Le cose sono migliorate rispetto a marzo, il primo lockdown, ma non ho visto una città metropolitana fare investimenti in banda larga".
Lei è critico con le amministrazioni locali e il governo.
"Oggi sacrifichiamo gli studenti quando nel corso dell'esatte nessuno ha rafforzato, per dire della criticità più evidenti, il trasporto pubblico. La ministra Paola De Micheli in tv continua a dire: "Ho dato i soldi alle Regioni". E poi, però, chi va a controllare se li spendono e come?".
Nei suoi j'accuse salva il lavoro del ministero dell'Istruzione.
"Ho visto all'opera, quest'estate, gli Uffici territoriali. Abbiamo risolto, insieme, tanti, tanti problemi".