
Se la lezione si può imparare dai genitori
Cresce la tentazione dell'homeschooling


adriana riccomagno
torino
Mascherine sì, plexiglas no, banchi a rotelle, chi deve provare la febbre, cosa succede se qualcuno si ammala? Nell'incertezza, i genitori sono incuriositi dall'educazione parentale, il cosiddetto homeschooling, la possibilità di far studiare a casa i propri figli seguiti in prima persona da genitori che ne diventano i maestri: un'alternativa impegnativa, costosa, ma con una parvenza di sicurezza. Un tam tam crescente nelle chat di classe su WhatsApp e sui social network per un'opzione che potrebbe arrivare a coinvolgere quattromila famiglie.
I ragazzi educati a casa negli Stati Uniti erano circa 2 milioni nel 2012, in Europa è l'Inghilterra a contarne il maggior numero: 70 mila, contro i tremila della Francia e duemila della Spagna. In Italia, la scuola fai da te è ammessa con una dichiarazione preventiva al dirigente scolastico della scuola più vicina e con un esame che verifichi le competenze acquisite alla fine dell'anno. La scelta dell'istruzione parentale si può fare in qualsiasi momento dell'anno scolastico e non è definitiva: i bambini homeschooler possono sempre rientrare in classe per seguire il percorso tradizionale.
La tentazione di sperimentare la scuola casalinga al tempo del Covid si è fatta più pressante: «Secondo le nostre stime le famiglie che lo praticano nel nostro Paese sono circa 2 mila: un numero in aumento costante e che di sicuro quest'anno crescerà, perché l'interesse è raddoppiato», afferma Erika Di Martino, di Milano, cinque figli dai 4 ai 15 anni che educa a casa, fondatrice del network italiano Educazioneparentale e del sito Controscuola.it, attorno ai quali si raduna una rete di migliaia di genitori. «L'incremento di richieste di informazioni è iniziato già durante il lockdown, perché per molti la didattica a distanza non ha funzionato. Dalla scorsa settimana, in cui tanti sono tornati dalle vacanze, c'è stata una