
Dimensionamento rete scolastica, gli effetti sulla provincia di Bari e in Puglia
Ai tagli si aggiungono altri tagli, ignorando ogni specificità sociale e geografica del territorio.


La nota 7 ottobre 2011 del Ministero dell'Istruzione sollecita gli USR affinché spingano le Regioni e gli Enti Locali a predisporre i Piani di dimensionamento della rete scolastica entro il 31 dicembre 2011 secondo quanto previsto dalla manovra finanziaria di luglio all'art. 19, commi 4 e 5, (Legge n. 111 del 15 luglio 2011).
Tale Legge prevede l'abrogazione delle direzioni didattiche e delle scuole medie autonome per favorire la creazione di Istituti Comprensivi (istituti con classi di scuola elementare e media) che però, per mantenere la dignità di istituzione scolastica autonoma, dovranno raggiungere il numero minimo di mille iscrizioni.
E in caso contrario cosa accade? La scuola perde il Dirigente scolastico e il Direttore S. G. A. per venire accorpata ad altro istituto.
Questi gli effetti sulla provincia di Bari e in Puglia
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Alunni di scuole medie+elementari |
Istituti attuali |
Istituti dimensionati a 1000 alunni |
Tagli di autonomie scolastiche |
Tagli percentuali |
Bari provincia |
171.078 |
236 |
171 |
65 |
28% |
Puglia |
430.610 |
630 |
431 |
199 |
32,80% |
Nazionale |
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7.210 |
5.910 |
1.300 |
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Come si vede nella sola provincia di Bari ben 65 scuole perderanno, con la perdita dell'autonomia, anche il Dirigente e il DSGA mentre nel solo Comune di Bari passeremmo da 42 scuole a 30!
Per la CGIL e la FLC di Bari l'istituto comprensivo rappresenta una tappa fondamentale di quella esperienza, tutta italiana, della scuola di base come progetto fondato su un'idea condivisa di scuola dai 3 ai 14 anni ma il blitz dell'art. 19 della Legge 111/2011 impone una generalizzazione dell'istituto comprensivo per esclusive ragioni economiche, un modello che funziona bene sui libri contabili del Ministro Tremonti ma che trascura ogni specificità sociale e geografica del territorio.
I segretari Pino Gesmundo della CGIL di Bari e Claudio Menga della FLC CGIL hanno rivolto un invito ai sindaci dei comuni della provincia di Bari per chiedere una moratoria di un anno per l'applicazione della legge.