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Specializzazioni su sostegno acquisite all’estero: il CSPI boccia lo schema di decreto sui corsi INDIRE

Dopo una lunga e complessa discussione, in cui sono state rilevate molte criticità, l’organismo ha espresso parere nettamente negativo sul provvedimento

19/03/2025
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Il 19 marzo 2025, si è riunito il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), per esprimere il proprio parere sullo Schema di decreto recante “Percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità attivati ai sensi dell’articolo 7 del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2024, n. 106”.

Si tratta di percorsi che possono essere attivati da Indire o dalle Università e sono destinati a coloro che abbiano acquisito il titolo di specializzazione all’estero ed abbiano pendente, oltre i termini di legge, il relativo procedimento di riconoscimento o un contenzioso per mancata conclusione del procedimento entro i termini di legge. Tale opportunità è subordinata alla rinuncia alle relative istanze.

Il CSPI alla luce dell’analisi del testo ha rilevato numerose criticità, a partire dalla considerazione che non ci sono le necessarie garanzie di coerenza tra la formazione effettuata all’estero e le caratteristiche del sistema scolastico italiano.

Non è trascurabile, inoltre, la difformità tra i percorsi erogati dalle Università e quelli erogati da INDIRE, nonché tra i titoli finali rilasciati dai due soggetti, trattandosi di formazione universitaria nel primo caso, non universitaria, quindi spendibile esclusivamente in ambito nazionale all’interno del sistema educativo di istruzione e formazione, nel secondo.

È stata rilevata un’eccessiva semplificazione rispetto ai percorsi ordinari di specializzazione erogati dalle Università (TFA sostegno), sia per quanto riguarda il numero di crediti da acquisire, da 36 a 48, che la modalità di erogazione delle lezioni e dei laboratori, totalmente on line, e le attività di tirocinio. Queste ultime, infatti, sono previste esclusivamente per coloro che non abbiano maturato almeno un anno scolastico di servizio svolto in Italia quali docenti su posto sostegno sullo specifico grado di interesse.

La qualità della formazione richiederebbe tempi adeguati di svolgimento che non sono assicurati in quanto, a differenza dell’offerta rivolta ai “triennalisti”, non è prevista una durata minima dei percorsi.

Il CSPI ha evidenziato infine che il sistema controverso di acquisizione dei titoli di specializzazione all’estero richiede attenzione e cautela e che le numerose sentenze, talora tra loro contraddittorie, non hanno fatto sufficiente chiarezza su una materia tanto complessa.

Al termine di una lunga e complessa discussione, il CSPI ha espresso parere negativo, chiedendo che l’Amministrazione affronti le criticità rilevate affinché si faccia chiarezza sul sistema di riconoscimento della validità dei titoli di specializzazione acquisiti all’estero.

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